Le Voci degli Esperti Militari Europei Contro la Guerra in Ucraina: Un Appello Inascoltato dai Politici
- alberto21472
- 2 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 13 apr

dal blog Rumori Di Fondo | Substack
L'attuale situazione a dir poco "Kafkiana" nella quale i governanti / faccendieri Europei ci hanno trascinato, porta anche il meno preparato "opinionista" di strada a capire che stiamo andando dritti in un pantano che frutterà immani fortune a pochi (quelli di cui sopra) e tante preoccupazioni e (mi auguro di sbagliarmi) "Vacche Magre" al resto della popolazione Europea (nessuna nazione esclusa).
L'iniziativa del blog Rumori di Fondo di raccogliere le singole analisi dei vari esperti militari, unici soggetti ad avere la cognizione di causa, l'esperienza ed il diritto di parola per analizzare quanto potrebbe accadere nello scacchiere slavo, è esplicativo, estremamente diretto e semplice per una chiara comprensione della delicatissima situazione
Ad integrazione di quanto riportato dal citato dalla blogger (RdF), abbiamo chiesto al Generale Cesare Dorliguzzo una sua analisi che trovate qui di seguito.
(Alberto Negri)
Le Voci degli Esperti Militari Europei Contro la Guerra in Ucraina:
Un Appello Inascoltato dai Politici
Dal 24 febbraio 2022, l’invasione russa dell’Ucraina ha messo l’Europa di fronte a una crisi epocale. I leader politici dell’Unione Europea hanno risposto con sanzioni, aiuti militari e una retorica di ferma opposizione a Mosca. Tuttavia, diverse figure militari di alto rango, con una conoscenza diretta delle dinamiche belliche, hanno espresso critiche o perplessità sulla strategia adottata, spesso in contrasto con la linea ufficiale. Queste voci, radicate nell’esperienza sul campo, sembrano però rimanere inascoltate da una classe politica più concentrata su obiettivi simbolici che sulle realtà operative della guerra.

Il Generale Fabio Mini: Una Critica Radicale alla Narrazione Occidentale
Il generale italiano Fabio Mini, ex capo di stato maggiore del Comando NATO per il Sud Europa e comandante della missione KFOR in Kosovo, è stato tra i più critici. In interventi su Il Fatto Quotidiano e altrove, Mini ha definito il conflitto una “guerra per procura” tra potenze, sostenendo che l’invio di armi a Kiev prolunghi inutilmente le ostilità e rafforzi Putin. Nel marzo 2025, ha dichiarato che il riarmo europeo è “ridicolo” e che prepararsi alla guerra invece che alla pace è un errore strategico fondamentale, un monito che si scontra con la retorica bellicosa di leader come Ursula von der Leyen.

Il Generale Marco Bertolini: Il Rischio di un Pantano
Il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze italiano, ha messo in guardia contro un’escalation incontrollata. Nel 2023, ha affermato che il continuo sostegno militare all’Ucraina rischia di creare un “pantano” simile a quello afghano per la Russia, con conseguenze imprevedibili per l’Europa. Accusato da un dossier ucraino di simpatie filo-russe, Bertolini ha replicato a Panorama che la sua analisi si basa su “numeri e fatti”, non su ideologia, un richiamo al realismo che i politici sembrano ignorare.

Il Generale Dominique Trinquand: Emotività contro Strategia
Il generale francese Dominique Trinquand, ex capo della missione militare presso le Nazioni Unite, ha criticato l’approccio europeo come “più emotivo che strategico”. Nel 2024, ha sottolineato che “non si vince una guerra con le sanzioni o con le armi senza una visione d’uscita”, evidenziando la resilienza russa e il costo umano del conflitto. La sua posizione contrasta con quella di Emmanuel Macron, che ha ipotizzato l’invio di truppe, un’idea che Trinquand considera rischiosa e poco ponderata.

Generale Erich Vad : La Minaccia Nucleare
Il generale tedesco Erich Vad, ex consigliere militare di Angela Merkel, ha espresso dubbi sulla strategia occidentale nel 2023, sostenendo che spingere l’Ucraina a una guerra che non può vincere militarmente contro la Russia ignora il rischio di un’escalation nucleare. “I politici trattano questa possibilità con troppa leggerezza”, ha dichiarato, un avvertimento che si scontra con la cautela pubblica di Olaf Scholz e con l’ottimismo di altri leader europei.

Il Generale Vincenzo Camporini: Realpolitik e Limiti
Il generale italiano Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa, ha offerto una visione pragmatica. Nel 2022, ha riconosciuto l’invio di armi come “unica alternativa possibile” al momento, ma ha criticato la mancanza di un piano a lungo termine, suggerendo una soluzione negoziata. La sua cautela si discosta dalla linea di Giorgia Meloni, che insiste su un sostegno incondizionato a Kiev.

Il Generale Chris Badia: Una
Prospettiva Tedesca sulla Sostenibilità
Il generale tedesco Chris Badia, ex vice comandante del Comando Europeo della NATO, ha espresso preoccupazioni sulla sostenibilità del supporto militare all’Ucraina. In un’intervista del 2023, ha avvertito che l’Europa rischia di “esaurire le sue risorse” senza un obiettivo chiaro, un punto che mette in discussione la retorica di “resistenza a oltranza” promossa da molti leader politici.

Il Generale Sir Richard Shirreff: Un Monito Britannico
Anche dal Regno Unito, il generale Sir Richard Shirreff, ex vice comandante supremo della NATO in Europa, ha criticato la gestione del conflitto. Nel 2022, ha dichiarato che l’Occidente ha sottovalutato la Russia e che l’invio di armi senza una strategia coerente rischia di prolungare la guerra senza vincerla. Pur sostenendo la difesa ucraina, Shirreff ha messo in guardia contro un’escalation che coinvolga direttamente la NATO, un timore che i politici britannici sembrano minimizzare.

Il Generale Cesare Dorliguzzo: La sconfitta dell'occidente a seguito della controffensiva ucraina nell'estate del 2023 che era stata annunciata dalla stampa, oggi e' una realta' che pero' non viene accettata e si continua con un vortice di escalation apparentemente senza fine e che portera' disastri. L'Unione Europea continua a mettere benzina sul fuoco al fine di continuare il sostegno economico e militare all'Ucraina per tutto il tempo necessario senza una data di riferimento. L'occidente non accettera' mai la sconfitta finche' si arrivera' ad una situazione limite che la Russia non potra' accettare. A concludere, condivido pienamente le sintesi prodotte dagli esperti militari
Perché i Politici Ignorano gli Esperti?
Queste voci militari condividono un approccio pragmatico, basato sull’esperienza e sulla consapevolezza dei limiti operativi e strategici. Tuttavia, i leader europei sembrano guidati da una narrazione morale che vede il conflitto come una lotta tra democrazia e autoritarismo, un quadro che esclude compromessi o visioni alternative. La complessità decisionale dell’UE, con 27 Stati spesso divisi, e la pressione per mantenere un fronte unito contro Mosca rendono difficile accogliere critiche che potrebbero incrinare questa unità. Inoltre, gli esperti militari, pur autorevoli, mancano del peso mediatico dei politici, e le loro analisi vengono spesso liquidate come tecnicismi.
Un Rischio per il Futuro dell’Europa
A oltre tre anni dall’inizio del conflitto, le parole di questi ufficiali suonano come un monito urgente. La guerra ha già trasformato il panorama securitario europeo, ma senza un dialogo tra chi decide e chi conosce la guerra, l’Europa rischia di procedere senza una strategia chiara. Come ha detto Mini, “la pace si prepara con la pace”, mentre Vad ha ricordato il pericolo nucleare e Bertolini l’insegnamento della storia: “le guerre facili non esistono”. Ignorare queste voci potrebbe portare a un’escalation incontrollata o a un’impasse che l’Europa non è pronta a gestire. La domanda è se i politici troveranno il coraggio di ascoltare, o se continueranno a privilegiare la retorica sulla realtà.
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